È buio. Il sole non ha ancora cominciato a rischiarare il cielo. Riesco comunque a intravvedere un po’ di nuvole. Sto preparando lo zaino per la mia settima salita allo Stivo. Sono diversamente emozionato. So che non vedrò l’alba dalla cima, sia perché la giornata non è delle migliori sia perché, a differenza del tramonto,
Quattordici anni fa, di questi giorni, stavo dormendo su logori materassi poggiati su cigolanti brandine metalliche a castello, distribuite alla bene e meglio nella stiva di un battello in disuso, ormeggiato a qualche decina di metri dagli studios di Mtv, ad Amsterdam. Ci sono arrivato in compagnia di tre amici seguendo le tracce di una
Sei ore, dodici minuti e dieci secondi. Quindici virgola quarantuno chilometri, duemila zero sessanta chilocalorie consumate e millequattrocentoquarantuno metri di dislivello. È questo il resoconto stringato fatto di dati di una delle più belle escursioni che abbia mai fatto. La salita allo Stivo di giugno è stata avvincente, provante ed estrema. Almeno per noi che
La cosa che più mi piace, quando arrivo in vetta, su di una qualsiasi cima, è la possibilità di avere lo sguardo libero a 360°. Il mondo, dall’alto, è più leggero, privato di quei rumori, odori, routine, doveri, piaceri, vizi, regole, che poi, paradossalmente, vado comunque cercando e di cui mi nutro giorno dopo giorno.
Il telefono vibra. È sera. Un messaggio su whatsapp. «Oh, va bene se la prossima volta viene anche il mio vicino? Non c’è mai stato». Mi chiede El Vedrèr.«Sì certo». Rispondo. Mi sono dato questa sfida, «12 volte la prima», per riuscire a veder concretizzarsi una mia idea. Ne sentivo e sento la mancanza, perché
Giornata Mondiale della Terra, un problema non di Natura, ma di umanità – In arrivo nuove migrazioni
L’informazione, la politica e l’economia ragionano ancora secondo i dettami del “business as usual” e questo sta già oggi portando l’umanità verso uno scenario politico e climatico-ambientale catastrofico. L’occidente dovrà prepararsi a gestire flussi migratori di enorme portata. Ben 3,5 miliardi di persone, fra meno di 50 anni, saranno costrette a lasciare le loro terre
Quella prima salita, avvenuta a gennaio, non era andata come si aspettava. El Vedrèr, da qualche mese aveva intrapreso un consistente allenamento giornaliero. Una sua personale sfida che si era fatta vera e propria abitudine. Una vittoria di non poco conto, ma che non era diventata ancora tangibile anche perché il traguardo reale altro non
Matilde, mia figlia, vuole la colazione. La chiede a gran voce dal suo letto. Una radiosveglia segna le ore 06.20, l’orologio da polso geolocalizzato le 06.22. Tra dieci minuti le tapparelle del soggiorno si alzeranno senza che io muova un dito; miracolo della tecnologia moderna. Tra 40 minuti suonerà la sveglia. L’ultima volta che ho
C’è stato un tempo, da bambino, in cui ho subito le prepotenze, ingenue o malevoli che fossero, di altri miei coetanei. Quel tempo è finito il giorno in cui ho sferrato il mio primo pugno; che, onestamente, è stato liberatorio. Ha riportato l’equazione ad un nuovo livello dal quale si è ricostruito il “dialogo” e
C’era un silenzio alieno nel parcheggio del vecchio hotel Reinterkopf. In cielo, le stelle sopra cima Cava, ad ovest, fuggivano lentamente dal bagliore proveniente dalla val Trebbiana, un lembo di terra chiuso tra il monte Antermoier e le dolomiche cima Porter e cima Meier. Su quel che restava del Reinterkopf, arso dalle fiamme circa dieci