
Benvenuti a “Il Mattatoio”
Quattro ragazzi di differente estrazione sociale verranno rinchiusi in un appartamento con una stanza da letto vuota, una cucina con i viveri (contati su un fabbisogno giornaliero di 2000kcal al giorno) per 23 giorni; un salotto con un tavolo e due sedie, e un bagno con saponette e carta igienica. La sola fonte di luce, nonché collegamento con l’esterno, è un lucernario posto a tre metri di altezza sopra le loro teste, nel salotto.
Tutte le pareti sono intonacate di bianco. Nessun mezzo tecnologico e nessun contatto con l’esterno. Dovranno convivere e sopravvivere per ventitré giorni a stretto contatto li uni con gli altri. Nessun premio finale. Nessuna possibilità di abbandonare la casa prima dello scadere del tempo. Nessuna medicina e nessuna possibilità di richieste mediche di alcun tipo. Saranno da soli con le loro vite. A ognuno di loro, all’atto della firma di accettazione del contratto, è stato versato sul relativo conto corrente un ammontare pari a un milione di euro; vivi o morti. Prima di essere introdotti nell’edificio verranno sottoposti a una piccola video intervista:
Protagonista A
«Devo guardare lì? Sì? Mi fanno cenno di sì. Posso finire la cicca? Tanto non l’avrei buttata comunque. Con quello che costa il tabacco. Allora vado? Ok. Salve, Sono Mirella, molti di voi non mi conoscono e con buona probabilità nessuno mi conosce veramente, ma i miei amici, quelli che mi stanno attaccati al culo per intenderci, mi chiamano MaryLou. Mi hanno detto di parlare davanti alla telecamera, da sola, in questa stanza buia e insonorizzata. L’unico cazzo di faro che c’è mi sta spaccando gli occhi. Non si può abbassare d’intensità quel cazzo di lampione? Vedete? Per quanto vogliate gridare non vi sentiranno, o quantomeno non vi accontenteranno in niente. Perché sono qui? Perché là fuori dove state voi è tutto un vero porcaio e io mi sono rotta i coglioni di farmi palpare il culo per ottenere quello che voglio. M. E badate bene che non chiedo la luna. Forse dovrei dirvi qual è il mio sogno nel cassetto, così poi vi fate già un’opinione di come sono, di cosa vado mostrando, con tutta probabilità mi accuserete di essere una ragazza viziata, facile, sboccata, priva di iniziativa; una scapestrata. Questo faro è insopportabile. Lo abbassate Cristo? Non mi immaginate ad aiutare un vecchio ad attraversare la strada, ve’? Probabilmente lo faccio più di tutti voi messi insieme. Non sono un cane randagio, o una fuggiasca, ma cazzo, vi posso sentire fin qui a commentare tra di voi da che tipo di famiglia malsana sono stata allevata; ve’? Vi vedo in panciolle a sguazzare nel grasso della vostra trippa, sprofondati in un divano in pelle scamosciata. State già puntando il dito. Cosa sono venuta a fare qui? Già mi son rotta, mi sta sul cazzo tutta questa farsa. Che è una farsa lo sapete? Ci faranno diventare delle macchiette, creeranno della fazioni tra di noi e faranno in modo di creare simpatie e antipatie, così che il vostro mondo possa scaricare le sue frustrazioni su di noi. Ma vaffanculo non me ne frega un cazzo. Sì, vesto di merda, aiuto gli altri, i bisognosi della strada, mi sporco le mani con loro e mi accontento di un semplice sorriso. Non voglio aiutare gli altri per fare la buona samaritana, lo faccio perché è giusto. E voi? Avete mandato l’sms per donare 3€ a…. Scommetto che non sapete nemmeno a chi li avete donati, ve’? E poi sarei io la poco di buono. Per un taglio del cazzo, perché parlo schiettamente, perché sono stufa di farmi palpare il culo dal mio capo per 4€ l’ora servendo cappuccini a un manipolo di vecchie signore arroganti. Oppure siete usciti di palestra, dove avete corso su rulli di plastica, bevendo bibitoni energizzanti, e ora state trangugiando una centrifuga aiurvetica per aiutare un organismo che maltrattate quotidianamente con cure salutiste leggiucchiate su qualche rivista patinata. Io qui dentro non cambierò, non mi farò comandare a bacchetta. Sarò me stessa al 100% e non mi frega niente dei vostri giudizi ipocriti. Che volete? Non vi sento! Mi avete messo voi in questa cameretta insonorizzata. Scrivilo più grande quel cartello! Adesso vogliono che vi dica che cosa odio. Voi. Sì, odio completamente il genere umano. Salvo qualche persona, ma più che altro per una sorta di simpatia nostalgica. Odio l’uomo perché è l’animale sociale con meno capacità di fare gruppo, di sentirsi un’unica grande famiglia. E dire che qualche anno fa amavo la capacità di questa specie di innovarsi e rigenerarsi nel tempo. Amavo la sua indole morbosa di cercare disperatamente la risposta a ogni perché gli passasse per la testa. La verità è che mai nulla è stato fatto per la specie, tutto per sé stessi, per puro orgoglio personale. Siamo ladri, bugiardi, viziati, incongruenti, approfittatori e soprattutto ipocriti. Non conosco nessuno dei miei tre compagni con i quali rimarrò rinchiusa per 23 giorni senza possibilità di contatto con l’esterno, ma non mi preoccupo. Ho visto la vita come gira anche se ho solo 31 anni. Voi che mi guardate non mi piacete per partito preso, e sono qui solo per i soldi. Ho ceduto al sistema? Forse che sì, forse che no. Mi adeguo per vincerlo dall’interno. Merda, sta finendo l’accendino; oh, voi, me li fate avere gli accendini ve’? Non ho altro da dire e questa luce mi ha veramente scassato la minchia. Da dove cazzo si esce? Ah ecco, di là.»