Migranti, migrazioni. Se ne continua a parlare, a più riprese, con picchi d’innato interesse e a intervalli regolari, ma la costante (deleteria in quanto inutile) è quella di farlo, per bocca e mezzo di molteplici opinioni, politiche, sentimentali, da grandi filantropi o addirittura statisti. Quello che dibattiamo è una visione politica, sia essa di destra o di sinistra (termini oramai superati) di un fenomeno che non ha nulla a che vedere con l’amministrazione delle società contemporanee. Le migrazioni sono fenomeni costanti e in continuo “movimento” e solo la più minuscola percentuale è dovuta a guerre. Sono fenomeni di scala globale, naturali, che esistono prima ancora dell’avvento dell’uomo e sono, mi spiace per chi si costringe a credere il contrario, inarrestabili. Sono il più reale e tangibile “Stacce” della storia del pianeta Terra. Possiamo, e se ne sta facendo un’inutile guerra, discutere con quale politica affrontare, da un punto di vista soggettivo di appartenenti a uno Stato Nazione (e qui anche chi critica lo stato liberale e il liberalismo non sta facendo altro che applicare lo stesso concetto di fondo, perché mette innanzi a tutto l’uomo e i suoi diritti, declinati secondo la propria visione), questo fenomeno che la storia ripropone continuamente. Mai nessuna politica migratoria ha funzionato veramente. Nessuna. La politica ha avuto, ha e avrà solo e soltanto il compito di decidere come meglio tentare di nascondere la migrazione che la sta attraversando e che inevitabilmente, a prescindere da quale sia la strategia “conservativa” adottata, la cambierà e porterà a mutare tutto il sistema normativo-societario e culturale del territorio che si è visto attraversare da questa ondata. Chi vince, nelle migrazioni, è la migrazione stessa. Da sempre. Stacce.