Un pass(auto) killer che ritorna

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Le ricordo molto bene le “stragi del sabato sera”. Riempivano le prime pagine dei giornali e le copertine dei telegiornali in tutta Italia. Io ero troppo piccolo per guidare, figuriamoci per fare il giornalista. Ricordo quanto se ne parlava, con l’ingranaggio Stato che incredibilmente aveva ascoltato le grida straziate dei sopravvissuti, degli amici, dei coetanei, dei famigliari, dei soccorritori. Aveva iniziato a tirare per la giacchetta proprio noi futuri giovani. Ricordo i video sugli incidenti che ci facevano vedere alle medie, gli incontri con le associazioni, con i carabinieri, con la polizia stradale. Ricordo i simulatori che ti facevano provare gli effetti di un incidente a soli 50 Km/h. E ti sentivi la cintura di sicurezza stritolare la cassa toracica. Ricordo com’era martellante il messaggio, ma soprattutto come improvvisamente apparvero gli etilometri in mano alle forze dell’ordine, poi nei locali e perfino come gadget regalati da alcune marche di alcolici e superalcolici. Ricordo le pubblicità stradali, quelle in televisione e sulle radio. Ricordo l’incredibile capacità tutta italiana di aggirare l’ostacolo. Cominciarono ad apparire spray, bibite e caramelle che promettevano di farti superare con efficacia la prova palloncino anche se avevi bevuto il Niagara. Ricordo il «guida tu e stai davanti, che io ti sto dietro a culo che se fermano, fermano te che sei a posto”. Ricordo che a poco a poco gli incidenti si sono ridotti, le multe aumentate, le patenti ritirate fioccavano e questi tragici fatti, che mai sono cessati del tutto, hanno smesso di essere e fare notizia. Fino a oggi. Lo Stato ha mollato la presa come testimoniato dall’Asaps (Associazione amici della polizia stradale) che lamenta la carenza di etilometri fermi nei due banchi di prova del Ministero dei Trasporti (inutili i solleciti a Salvini e Toninelli, tutto ancora tace) oltre che, fatto ancor più grave e sintomatico di una recessione in termini di sicurezza stradale, di una diminuzione di controlli e di pattuglie su strade statali e provinciali. Le pubblicità sono pressoché scomparse o diventate placebi comodi da vedere, che non creano scandalo, mentre la sensibilizzazione nelle scuole è diminuita ed è diventata una routine non più incisiva.
Oggi si fa sensibilizzazione blanda.

2018 Anas – Guida e Basta

Tra il ’90 e il 2000 era, invece questo il tenore delle campagne di sensibilizzazione. Oggi impensabili in tv.

Non italiano, non ne ho trovati, ma tra il ’90 e il 2000 erano così anche le nostre campagne di sensibilizzazione

I giornali hanno smesso di fare la loro parte perché vivono di notizie fresche e si è lasciata cadere l’attenzione laddove, forse, un monitoraggio giornalistico, ancora serviva. Oggi si è tornati sulle prime pagine e nelle copertine dei telegiornali a raccontare di giovanissimi morti sulle strade. Siamo tornati agli anni ’90. Un altro bel passo indietro. Sono ritornate le chiacchiere da bar di quegli anni, solo che oggi le si fanno in tv, a una platea pressoché infinita di giovanissimi, giovani e adulti stanchi, svogliati e perennemente incazzati. Discussioni ridicole 30 anni fa, figuriamoci oggi. «È perché oltre all’alcol ha assunto droghe!». «Fosse stato solo per una canna non sarebbe successo, ma ci ha bevuto dietro», «Questi macchinoni! Ma come si fa a darli ai giovani?» Tutte cazzate. I giovani fanno i giovani. Cosa dovrebbero fare? Svolgere compiti che non sono loro? Fare gli adulti? Essere impeccabili, candidi, casti e religiosamente composti? È il caso che i grandi comincino a prendersi le loro responsabilità. È meglio che lo Stato soprattutto in queste cose torni a far sentire la sua presenza. I giovani se ne lamenteranno? Sì. Qualcuno perderà la patente? Sì. Qualcuno perderà la macchina appena comprata? Sì. Ieri come oggi e come domani i giovani usciranno, balleranno, berranno e si drogheranno. Faranno cazzate inenarrabili. Si sentiranno invincibili. Perché è così che si deve sentire un giovane. Sulla fottuta cima del mondo a guardare un futuro che dovrà imparare a cavalcare e si spera a migliorare. E nel turbinio di tutte le cazzate dovrà avere la fortuna e l’aiuto di chi la giovinezza l’ha superata, per sopravvivere, per crescere. Per evitare di creare associazioni in memoria di… . Difficilmente scendo nel politico per lanciare anatemi contro tutti e tutto, perché questo è uno stato democratico, perché in libere elezioni il popolo ha scelto la sua classe politica al governo, però «Una preghiera per i morti sulle strade italiane: non si può morire così a vent’anni» lo posso sentir dire al bar, non certo dal ministro dell’Interno Salvini.

Genova Bolzaneto – 1 morto 22 anni
Jesolo (Ve) – 5 morti 22, 22, 23, 23, 28 anni
Cesena (Fc) – 4 morti 14, 17, 19, 36
Castrocaro Terme (Fc) – 1 morto 27 anni
Caserta – 1 morto 35 anni

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