Sono fermamente convinto che questa sia l’epoca del timore. Non più timorosi verso un dio onnipotente e onnipresente. Spaventati a morte da noi stessi, da quello che facciamo e dalle conseguenze delle nostre azioni. Si preferisce fare quello che fanno tutti, andare dove vanno tutti, dire quello che tutti dicono, pensare quello che pensano tutti. Si appartiene volenti o nolenti a un grande gruppo. Perché è comodo, perché è testato, si sa che questa non scelta ha delle conseguenze già misurate, comprovate, accettabili perché conosciute a priori. Oggi non si sceglie più. Si ha una paura dannata di quel che la nostra libera scelta possa produrre. Ma nei confronti di chi? Dell’altro: inteso come pensiero che costui avrà nei nostri confronti per non aver seguito il gregge A, piuttosto che il gregge B o C o D o… Mosci rammolliti in un mondo in cui le relazioni umane sono in maggior parte relegate a decodificazioni di codici binari. Senza spina dorsale, alla ricerca di una classificazione che metta al riparo dal rischio di fare una scelta personale. Perché questo vorrebbe dire non conoscere le conseguenze e non si è più disposti ad accettare la parte “nera” che questa comporta. Dimenticando (e impedendo) che quel negativo sia parte integrante della buona riuscita della nostra scelta. Scegliere è questo, piacere a se stessi, nel bene e nel male, per il proprio equilibrio personale. Oppure volete davvero arrivare a quel futuro in cui “parlerete” solo a fotocopie di voi?m Siete così sicuri di essere la sola persona con la quale avere a che fare? Guardare in faccia le vostre non scelte vi farà dormire?Quae nocent docent.