Il valore di una vita

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Il valore di una vita non si misura in età, in patologie pregresse, in calcoli probabilistici. Penso.
Il valore della vita è un concetto che appartiene in particolar modo alla nostra specie animale, quella di noi Homo Sapiens Sapiens. Credo.
Il valore della vita, a conti fatti, dall’inizio della storia dell’uomo come animale sociale, è personalistico, a tratti irrazionale. Per un credo o una fede abbiamo messo a ferro e fuoco popolazioni ed etnie. Per un concetto politico abbiamo prodotto genocidi. Per i diritti, per la libertà, per il progresso, abbiamo sotterrato genitori, fratelli, sorelle, amici.
Il valore della vita lo definisce la paura della morte. Ne sono certo.
Oggi ci siamo svegliati prigionieri delle nostre vite, impossibilitati per legge a vivere le conquiste della nostra modernità, divisi e lacerati nel nostro io più profondo tra la voglia di spiccare il volo e quel senso di responsabilità dettato dalle nostre paure più profonde. Siamo all’interno della storia, lo siamo oggi, forse più di ieri, perché questo tragico susseguirsi di eventi non sarà dimenticato; anzi, quando tutto sarà finito si riaccenderanno le folgori dell’animo umano. Si guarderà a quanto accaduto e si daranno risposte nuove. Chi per una parte, chi per un’altra. E anche allora, come oggi, si darà un peso alla vita.
«Che possa morire chi non la pensa come me!» È il mantra dell’uomo, da sempre. Possiamo nasconderlo dietro interminabili sessioni di yoga, di meditazione, di preghiere ad un dio che meglio assolve la nostra visione escatologica. Possiamo palesarlo con la violenza fisica o verbale, che mai si è arrestata e forse mai si arresterà. Siamo questo: una specie animale che fa della sua più importante dote, il raziocinio, quello che meglio gli permetterà di sopravvivere. Allora si dovrebbe parlare di questa sopravvivenza ed è qui che l’uomo ha fatto, fa e farà sfoggio delle sue doti più incredibili: l’inarrestabile bisogno di stupirsi e di meravigliare. Arte, cultura, urbanistica, scienza e tecnica. Ognuno di noi ha la sua personale ricetta con la quale da buon alchimista (post litteram) sintetizzerà quel siero di vita che gli permetterà di accettare il grande compromesso; stare al mondo.
Per tutto questo, non mi stupisce chi non se ne sta a casa, chi affolla i supermercati, chi si ritrova in gruppi affollati, chi non segue le direttive di sicurezza, chi annuncia la ben nota “immunità di gregge”, chi deride gli uni, chi nasconde la testa sotto la sabbia. Non mi stupisce nemmeno chi vomita “Ce la faremo. Andrà tutto bene”. Molti ce la faranno, molti no. Per molti andrà tutto bene. Per molti altri no.
Niente di tutto ciò deve stupire. Stiamo osservando esattamente quello che l’uomo ha sempre fatto nella sua storia.
Quindi che fare? Scegliere. Decidere, consapevoli dell’effetto delle proprie scelte, quale valore dare alla vita, alla nostra e a quella degli altri.
Preserverai la tua e quella degli altri o vuoi giocare a scacchi con la morte? Sta a te.

P.S. Se posso suggerire: Sta’ a casa.
(e informati come si deve, grazie)

#coronavirus #iostoacasa

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