Sei andata via in una splendida giornata di sole. Ti ho fatto andare via perché non ce la facevo più a vederti soffrire così. Nessuno si merita tanta sofferenza, nemmeno tu che sei stata una grandissima puttana. La mia puttana. La puttana di tutti.
GIORGIO CONTRO GLI EROI – [CAPITOLO CASUALE] [CAPITOLO 9 E 3/4] Giorgio è in macchina, irrequieto e impaziente. «Sali in macchina, muoviti» «Stai calmo Giorgio. Che ti passa? Sembra che tu abbia visto un fantasma.» «Nulla. Andiamo.» «Dove stiamo andando?» «Mi accompagni in un posto.» «Di grazia, potrei anche saper dove?» «Con calma.» «Senti, mi
GIORGIO CONTRO GLI EROI – [CAPITOLO CASUALE] «Fondamentalmente tutto.» Seduto su di una poltrona bianca Giorgio risponde alle domanda della sua psicologa. «Giorgio, abbiamo già parlato della tua capacità di esprimerti un po’ troppo vagamente su tutto.» «Me ne dispiaccio, ma è così.» «Quindi tu non hai nulla?» «In questo momento è così. Non ho
Un posto dove poggiare il culo. Sembra una cosa banale e quasi scontata, perché, bene o male, tutti noi abbiamo un posto dove sederci. Eppure ci sono posti che non sono semplicemente delle sedute in cui portare noi stessi e i nostri pensieri, ma posti in cui poggiare il culo. Quanto è bello avere un
Se ne va un pezzo di storia, una storia che non frega un cazzo a nessuno e che ha a che fare con il mio insignificante piccolo mondo; un pezzo di storia di questo paesino. Tanto piccolo e stupido da essere costruito ai piedi di un monte franante. Dalla vetta la roccia stanca pretese un
Chi si scontra con il mondo della scrittura lo sa, ci sono più manoscritti nei comodini che Bibbie nei motel. A comandare la classifica dei popoli con il maggior numero di scrittori siamo proprio noi italiani. Nazione che scrive, riscrive e scrive ancora, ma se si tratta di leggere o quantomeno rileggere i propri scritti,
Luogo. «Allontanarsi dalla linea gialla. Treno in transito al binario tre.» Il treno passa con ritmica presenza assecondando lo stridulo vociare della gente con un perfetto acuto di freni d’emergenza. “Perché l’ha fatto?” “Era più semplice spingere che saltare.” “Più semplice? Mi sta prendendo per il culo?” “No.” “Credi di diventare famoso? Credi che si
È il 1988. Credo sia gennaio. Un vento lugubre s’insinua nella vallata e fa ondeggiare l’abitacolo, le piante di ciliegio ai quattro angoli dell’appezzamento sono coperte dalla neve dell’ultima nevicata e le assi marce della cancellata, quelle poche che sono rimaste, cigolano una sinistra nenia. Non è uno stridere irrispettoso o una melanconica sinfonia, quanto
Noi che abitiamo “La Busa” lo sappiamo. In una piccola comunità si finisce per conoscersi tutti, quantomeno di vista, cosa che ci permette di sederci al bar tra amici e colleghi per immergerci in discorsi spicci, in pettegolezzi da aperitivo o in chiacchiere da cicchetto. Conosciamo i volti, a volte i nomi e sicuramente i
Non si dovrebbe morire giovani, perché non si è in grado di prendere una posizione sulla propria esistenza e non perché sia sbagliato. Nella morte in sé non c’è nulla che non vada. È solo un repentino cambio energetico, una scissione e una ricomposizione atomica che ci permettono nuova forma e, paradossalmente, l’eternità. Come si